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Capoliveri Bike Park! Per gli amanti della Mountain bike e della natura!

Flora e Fauna

Aspetti storici e culturali si intrecciano con emergenze naturalistiche al punto di accreditare il Calamita come luogo di assoluta suggestione, per la preziosità e rarità delle specie rappresentate. Tutto il promontorio è ricoperto di macchia mediterranea, mentre nella parte apicale sono visibili caratteristiche pinete di origine antropica. Molte le specie vegetali interessanti presenti, fra esse numerose varietà di orchidee. Da segnalare ampie stazioni di asfodelo (il fiore dell'Oltretomba degli Etruschi), lentisco (anch'esso venerato nell'antichità, dalle sue bacche si ricavava un unguento prezioso, altrimenti detto “mastica” perché utilizzato come chewing gum,), elicriso dal caratteristico profumo. E' possibile scorgere rari esemplari di pernici rosse (specie introdotta dal granduca di Toscana, oggi protetta), capre selvatiche (introdotte dai minatori), lepre europea e rari esemplari di lepre italica, cinghiali. Da qui sono avvistabili grandi stormi di rondini, una delle più vaste colonie di gabbiano reale (punta Calamita è anche detta Costa dei Gabbiani, per la presenza di centinaia di nidi di questi uccelli), gabbiano corso, falco pellegrino. Le acque del versante Sud sono battute da delfini (stenelle, tursiopi) e da non rari esemplari di balenottere. Nel XIX secolo fu costituita una grande azienda agricola, la Tenuta delle Ripe Alte, che in tempi recenti ha dato nuovo impulso all'aleatico, vino pregiato fin dai tempi dei Romani, uno dei pochi vini toscani ad avere ottenuto la DOCG.

Il promontorio del Monte Calamita é un sito di grande importanza per il suo valore naturalistico, soprattutto per la sua varietà geologica e geomorfologia.

Formatosi nel Pleistocene superiore (circa 125.000), durante la cosiddetta trasgressione Tirreniana, é situato nella parte orientale dell'Isola, dove affiorano gneiss e marmi.

Inserito nella lista dei siti geologici del World Heritage da tutelare e valorizzare quale bene inalienabile, é definito “un grandioso museo mineralogico all'aperto” per la presenza di minerali ferriferi (magnetite, pirite, ematite, limonite, la rara ilvaite) che causavano il disorientamento delle navi in epoca storica, minerali di rame (malachite, azzurrite, crisocolla, cuprite, calcopirite), minerali delle pegmatiti (tormalina, berillo, quarzo, ortoclasio), granati, gessi, calciti.

Virgilio, Diodoro Siculo e Stradone descrissero le attività delle miniere di ferro, che qui sono continuate con alterne fortune fino al 1981, segnando in modo indelebile il paesaggio, la storia e le tradizioni del territorio. Definito dall'Unesco “esempio unico di interazione fra l'uomo e un insieme di processi naturali inseriti in un paesaggio pieno di fascino”, oggi il comprensorio minerario del Calamita - Ginevro fa parte di iniziative di recupero ambientale e culturale ed é meta di escursioni durante tutto l'anno

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